ROLLING STONES

Madrid, 1 Giugno 2022

di Andrea Stoppacciaro

La storia di questo libro inizia a Madrid, nel 2022, precisamente il 1 giugno, data dell’inizio del Sixty Tour dei Rolling Stones, la serie di concerti che ha celebrato i sessant’anni di carriera della band.
Io sono lì, allo stadio Wanda Metropolitano, insieme ad un amico, che non è un fan degli Stones, ma che ha accettato di venire con me a vedere lo spettacolo. Il clima, fuori dallo stadio, è di eccitazione e di festa: migliaia di persone, di tutte le età, ceto sociale, etnia, sono in attesa di entrare e godersi il concerto, ma, nel frattempo, prendono d’assalto i punti vendita del merchandising ufficiale della band: ci sono magliette, cappelli e gadget celebrativi, è impossibile (anche per noi) resistere.
Finalmente si aprono i cancelli e la folla inizia a riempire gradinate, prato e pit… mi guardo intorno e rimango stupito, siamo
50.000 persone radunate qui per vedere la Storia del Rock che celebra sé stessa, ma siamo anche 50.000 persone radunate dentro uno stadio, per vedere dei vecchietti, che fanno musica rock. Wow!
Un tarlo comincia ad affacciarsi nella mia testa, ma sono troppo preso dall’eccitazione e dalla meraviglia per dargli ascolto, sta per iniziare lo show. Sono in piedi dall’alba, quando, dopo aver dato un bacio a Naide (mia figlia di 15 mesi, che è già fan degli Stones e amante di “Satisfaction”), che dormiva con la mamma, sono salito sull’auto di Fulvio e siamo partiti dal sud della Toscana (Orbetello – Monte Argentario) per andare a Fiumicino a prendere l’aereo per Madrid. Appena atterrati, abbiamo affrontato la metropolitana per raggiungere l’hotel in centro città, fare una girata in Plaza Mayor, per poi ripartire alla volta dello stadio, ma di stanchezza non ne sentiamo. L’intera giornata è stata particolare, abbiamo visto salire sul nostro stesso volo altre persone dirette al concerto, ma, anche all’aeroporto di Madrid, ci siamo trovati di fronte a moltissimi fan degli Stones, giunti da tutta Europa. Ancora più sorprendente, per noi, è stato incontrare e fermarsi a chiacchierare con un gruppo di americani, ad un bar, che ci hanno raccontato di essere partiti il giorno prima, dagli USA, appositamente per vedere lo show.
Ma quanti sono i fan dei Rolling Stones? E quanto devono amare la band, per cambiare addirittura continente, per sentire un concerto? La mia mente continua ad inviare segnali, ma non posso “perdere tempo” a decifrarli: inizia lo show!
Prima parte un video commemorativo su Charlie Watts, da poco scomparso, poi Jagger e soci entrano in scena sulle note di Street Fighting Man: lo stadio esplode di gioia ed euforia. Sul palco nessuno di noi si accorge di guardare ed ascoltare degli ottantenni: l’energia che emanano ti permette di vedere solo delle leggende della musica, che suonano di fronte ai fan, i loro brani più famosi.
Il concerto è strepitoso, si vede che la band si è preparata alla grande per stupire gli spettatori e, come al solito, ci riesce ma, come tutte le cose belle, ad un certo punto, lo spettacolo termina e lo fa senza i classici effetti speciali e fuochi d’artificio: non serve, lo show dei Rolling Stones è stato interamente un fuoco d’artificio.
Tornati in Italia e passata l’eccitazione post concerto, inizio a riflettere su quei segnali che ho raccolto durante la 2-giorni di Madrid; nel frattempo il tour procede con le successive tredici date − interrotto, per un brevissimo periodo, dal Covid che colpisce Mick Jagger − e riscuote un enorme successo in tutta Europa.
Quali erano i segnali? Cosa ho visto?
Beh, innanzitutto, migliaia di persone che, nel 2022, ancora vogliono vedere un concerto degli Stones e lo fanno con una
partecipazione incredibile; in secondo luogo, mi sono reso conto che i fan della band sono veramente fedeli e pronti a tutto per loro, visto che siamo partiti da tutto il mondo, pur di vederli; inoltre, nonostante sia una band “vecchia” che fa musica “vecchia”, il pubblico era composto da persone di ogni età, dal settantenne al teenager; i gadget degli Stones sono andati a ruba, prima, durante e dopo lo spettacolo; in ultimo, ma sicuramente non per importanza, tutti i biglietti, anche quelli dei posti più lontani dal palco, costavano molto, visto che si arrivava fino a circa € 600 a biglietto, dalla rivendita ufficiale, eppure i Rolling Stones hanno fatto il sold out ovunque, e quindi…
…e quindi è nata in me una domanda, per deformazione professionale: ma come è possibile che dopo sessant’anni di carriera, durante la fase della vecchiaia, con tutti i competitor moderni, con tutte le nuove mode musicali, i Rolling Stones riescano ad attrarre così tanto pubblico e, allo stesso tempo, riuscire a vendere le proprie performance, i loro gadget e tutto ciò che è collegato a loro, a premium price?
In quel periodo, eravamo in via di pubblicazione con la collega ed amica Alessia Tiberi, di quello che era il nostro primo libro a quattro mani: Marketing 4.4.2 – Descrivere il Marketing attraverso il Calcio. Ci confrontavamo quotidianamente su questioni riguardanti il lancio, la promozione e i risultati attesi. Tra i vari discorsi, racconto ad Alessia di questa mia esperienza e di come mi abbia
meravigliato e lei, dichiarandomi di non essere assolutamente una fan del gruppo, si interessa alla faccenda.
Dopo un breve periodo di studio, decido di chiamare Alessia e le faccio una proposta: “Che ne dici di raccontare come gli Stones siano riusciti a rimanere, per sessant’anni, sulla cresta dell’onda, mostrando episodi, eventi ed aneddoti sotto una prospettiva di marketing?”.
Beh, che dire, Alessia non aspettava altro, ma te lo racconta sicuramente meglio lei…